Climber Assessment

Molto spesso chi scala incappa in problemi che derivano per lo più da sovraccarico e talvolta in traumi acuti. Un carico eccessivo su un tessuto, come ad esempio un muscolo o un tendine, può portare a un infortunio. Non è saggio sottovalutare i segnali che il nostro corpo ci manda, aspettando per mesi che se ne vadano da soli, perché purtroppo spesso questo non succede. Con l’esperienza nella pratica sportiva, si impara a riconoscere un dolore muscolare da allenamento (hai mai sentito parlare di DOMS? Delayed Onset Muscle Soreness) e un dolore che dobbiamo interpretare piuttosto come un allarme per una situazione potenzialmente pericolosa o un danno già avvenuto.

Dopo aver individuato il problema, lo si affronta riducendo momentaneamente, se necessario, il carico di lavoro (volume, frequenza e intensità di allenamento) mentre al contempo si lavora per aumentare la capacità di quel tessuto di gestire il carico di lavoro che gli stiamo domandando. Questo è un punto cruciale: spesso uno sportivo che incorra in un trauma, al massimo si limita a fare un po’ di riposo. Purtroppo, non solo il riposo a volte non serve a risolvere il problema, ma in più lo espone ulteriormente al rischio di farsi ancora più male quando riprende la sua attività.
Il primo appuntamento è in gran parte dedicato alla valutazione del tuo problema, includendo tutti gli aspetti delle tue abitudini sportive e di vita quotidiana che possano influenzarlo.

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Come fisioterapista con esperienza di dieci anni di lavoro con sportivi e climbers in particolare, posso aiutarti a riconoscere le cause scatenanti il tuo problema, le tue debolezze individuali e la cattiva pianificazione dell’allenamento per colpire la vera causa del dolore e non fermarsi esclusivamente al sintomo.

La passione per il mio lavoro e l’amore per l’arrampicata sono nati assieme dieci anni fa. In questo tempo li ho coltivati e approfonditi entrambi, talvolta non senza sforzo. Ma ho fatto di questo connubio il mio punto di forza e negli anni ho lavorato con molti arrampicatori e alpinisti occupandomi di tutte le più diffuse problematiche che accompagnano questo sport fisicamente davvero impegnativo. Come spesso succede per sport considerati “minori” la letteratura scientifica riguardante i traumi in arrampicata è a dir poco scarna e insoddisfacente e trasferire generiche conoscenze provenienti da altre discipline, adattandole nello specifico del gesto atletico e abitudini di allenamento dei climber, richiede esperienza nella pratica di questo sport e dedizione.

Esistono test specifici per valutare la forza muscolare e rilevare eventuali differenze tra la parte destra e sinistra. Si tiene in considerazione la forza dei muscoli antagonisti e tutta la catena cinetica coinvolta nel gesto atletico. I climbers vecchio stampo, abituati solo a stringere infime tacche al trave, si stupiranno dell’importanza di allenare i muscoli del tronco e degli arti inferiori. A volte servono tecniche di terapia manuale per favorire il normale movimento articolare, altre volte sarà sufficiente individuare l’anello debole e rinforzarlo!
Sono convinta che affrontare un infortunio abbia un valore ben più alto del risolvere il dolore attuale. Significa piuttosto migliorare la performance sportiva a lungo termine e spesso diventare, perché no, più forti di prima!