E’ già da qualche anno che faccio la corte a quest’idea, finalmente trovo un valido collaboratore: ciò che mi mancava per intraprendere l’esperimento. Scalo da dieci anni e da altrettanto tempo lavoro con climber come fisioterapista. Coltivo, non senza fatica, entrambe queste passioni e nel tentativo di amalgamare sempre di più questi ingredienti ho letto libri e articoli a non finire. Sperimentato novità e tecniche recenti, non sempre con successo, ma ogni volta con qualcosa di buono da mettere nello zaino. Reperire informazioni scientifiche su questo sport che nuovo proprio non è, ma solo recentemente sta catturando l’attenzione della società, non è sempre possibile. Gli articoli che si trovano sono pochi e si tratta spesso di trasferire conoscenze da altri sport adattandole all’arrampicata. A volte funziona, altre volte l’esperienza fa da padrona, alla faccia di studi scientifici e ricerche. Qualche anno fa conosco Luca, in uno dei tanti corsi di specializzazione a cui ho partecipato. Il destino vuole che quella settimana sia solo la prima di una lunga serie di giornate professionali che condivideremo. Anche Luca scala e la nostra amicizia pian piano cresce, confrontarmi con lui è sempre stimolante. Finalmente un altro punto di vista da cui trarre buoni spunti per i miei, talvolta complicati, casi clinici di arrampicatori sfegatati. Ci troviamo a parlare di progetti davanti a una birra nel bar dei climbers bresciani. Il gioco è fatto, nasce l’idea di Reload.